Come nasce la tenuta da chef?

Come nasce la tenuta da chef?

Li si incontra molte volte, sedendoci al tavolo di un ristorante o passando in prossimità di una pizzeria, durante una loro pausa sigaretta. Si distinguono dagli altri per il loro camice bianco, con l’abbottonatura laterale, un po’ stile camicia giapponese, e l’alto cappello con “cupola” finale, per tenere in ordine i capelli.

Come nasce la tenuta da chef?

A chi ci si sta riferendo? Ai cuochi e alle loro divise per la ristorazione.

Il settore ristorativo, infatti, come diversi altri comparti aziendali, è tra quelli in cui i dipendenti, a tutti i livelli, sono chiamati a indossare una precisa tenuta da lavoro che, nei contesti più esclusivi e ricercati sono identiche per tutti e brandizzate, mentre in quelli più comuni e commerciali, invece, sono ad appannaggio del personale, purché rispettino certe regole.

Così, se si è abituati a vedere i camerieri indossare il loro abito nero con papillon abbinato, o una gonna a tubino scura con camicia bianca e scarpa comoda, allo stesso modo, basta anche solo guardare una semplice stilizzazione di toque blanche per farci venire subito in mente il mestiere del cuoco.

Ma dove ha avuto origine la sua tenuta e come si è evoluta nel tempo fino a diventare il simbolo che tutti conosciamo?

Tenuta da chef

Com’è nata la divisa da chef?

Pantaloni a scacchi, giacca a doppiopetto, fazzoletto al collo e toque bianca, è inevitabile immaginare un cuoco vestito in questo modo. Ma perché proprio questi indumenti, con questi colori e da quando esiste?

La divisa da chef ha origini molto antiche, addirittura risalenti al sedicesimo secolo e ogni parte del look divenuto simbolo di questo mestiere ha una precisa ragion d’essere.

Come nasce la tenuta da chef?

Il quadrettato del pantalone è stato scelto per nascondere eventuali macchie, derivanti dagli schizzi nel corso della preparazione delle pietanze.
La giacca a doppiopetto, in molti casi bianca, ma col tempo adattata a molti colori, ha il preciso ruolo di isolare il busto del cuoco dal calore dei fornelli e proteggerlo dal rovesciamento di cibi caldi. Il fazzoletto al collo? Ormai non esiste quasi più, se non al collo di qualche irriducibile amante delle tradizioni o di chi non ha tempo di asciugarsi il sudore con un pezzo di panno carta e preferisce avvolgerlo intorno alla gola, per farlo assorbire ed essere sempre asciutto e a posto.

E il cappello?

L’origine della toque blanche?

Come nasce la tenuta da chef?

La toque bianca o cappello da chef ha una storia un po’ più controversa, adottata dai cuochi per difendersi dalle persecuzioni che spesso colpivano il settore artigiano, nel corso del medioevo.

Usavano infatti mimetizzarsi con i preti delle chiese ortodosse, che indossavano cappelli simili e lunghe tuniche nere, in modo da scappare dai persecutori e aver salva la vita.

Come nasce la tenuta da chef?

Storia o leggenda metropolitana? Probabilmente più leggenda, già che la storia colloca la nascita di questo cappello nel 1823, quando lo chef Carême del noto ristorante Carlton House, a Londra, alla corte di Re Giorgio IV, ha disegnato questo cappello ispirandosi a quello di un suo garzone.

Ne rimase, infatti, talmente colpito da personalizzarlo e farlo proprio, sia per ragioni igieniche, evitando così la spiacevole caduta di un capello nei piatti, sia per ragioni di prestigio, si ispirava a quelli dei professori universitari.

Come nasce la tenuta da chef?

Col tempo, però, anche questo stile ha subito evoluzioni e oggi i cappelli da chef assumono diverse forme che spaziano dal berretto alla bandana, fino ad un più tradizionale toque in versione più moderna e stilizzata.

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