Il robot pizzaiolo racconta una storia super originale e divertente. Ecco come un mix di informatica, robotica e cultura culinaria possono dar vita ad un esempio di innovazione super itech.
A differenza degli umani, il robot pizza può gestire una quantità illimitata di pasta e condimenti. Devi solo dirgli che tipo o quante persone vogliono la loro torta!
Alcuni dicono che i robot un giorno prenderanno il sopravvento sui nostri lavori perché sono così efficienti in cose come cucinare il cibo e lavorare velocemente senza errori – e non sono sicuro del perché qualcuno dovrebbe obiettare se questo accadesse (sto solo scherzando a metà). Cosa ne pensate?
Il robot della pizza è una macchina che può fare le tue pizze preferite in pochi minuti.
Beh, non ancora – la tecnologia non è perfetta e a volte ci vogliono più tentativi per farle venire bene!
Il robot pizzaiolo: ecco chi è
Gli ingredienti di quest’incredibile storia sono tre: Napoli, la pizza e la robotica. Ingredienti che, ben amalgamati, hanno creato RoDyMan, il robot pizzaiolo.
Tutto ebbe inizio nel Prisma Lab, laboratorio di robotica dell’Università Federico II di Napoli. Qui un team di ingegneri capitanato dal prof. Bruno Siciliano ordina una pizza e ha un’intuizione: costruire il robot pizzaiolo in grado di manipolare oggetti elastici, malleabili. Come la pasta della pizza che i nostri ingegneri stavano addentando.
E aldilà dell’impastare la pizza RoDyMan, il robot pizzaiolo, rappresenta una vera e propria tappa evolutiva nella robotica. E non solo perché i suoi movimenti fluidi abbandonano la tradizionale rigidità dei robot, ma anche perché la sua abilità potrebbe essere sfruttata in molte altre professioni manuali, anche in ambito sanitario (pensate agli avveniristici robot-chirurghi).
Un esercito di RoDyMan, il robot pizzaiolo, prenderà definitivamente il posto dei lavoratori umani?
Il prof. Siciliano assicura come RoDyMan non intenda tanto rimpiazzare l’uomo quanto affiancarlo in determinate attività. Neanche i pizzaioli in carne ed ossa, attualmente, sembrano particolarmente preoccupati da RoDyMan, infatti dubitano che una sequenza di movimenti robotici, scaturiti da algoritmi, possano rimpiazzare l’arte dei pizzaioli umani, scaturita invece dall’emozione. E da quella passione che sembra scorrere nelle loro vene come il magma del Vesuvio. “Non ci crederete ma ogni pizza ha un’anima” dice Gino Sorbillo, il pizzaiolo più noto di Napoli “un’anima che cambia da impasto a impasto”. E, per il momento, le code chilometriche fuori dal suo locale nonché i ben 150’000 occupati nel settore ristorazione lasciano ben sperare Sorbillo e suoi colleghi chef.
Tuttavia la secolare arte della pizza sembra essere stata tramandata anche a RoDyMan, i cui movimenti sono modellati su quelli del pizzaiolo Enzo Coccia, altro veterano del settore. Sullo chef sono stati infatti applicati dei sensori che permettono di trasmettere ogni movimento su uno schermo detto avatar. Da tale schermo, che funge da “mente” per RoDyMan, il robot li memorizza. E, come prevede il prof. Siciliano, nell’arco di quest’anno il robot pizzaiolo non avrà nulla da invidiare ai suoi “colleghi” in carne ed ossa, tanto che potrà fare sfoggio della sua abilità al Pizza Festival di maggio 2018. Lì, sotto gli occhi increduli dei visitatori, cucinerà pizze senza saltare alcuna fase di preparazione, partendo dall’impasto e arrivando alla cottura.
Tuttavia, quanto è costato RoDyMan ?
Il prof. Siciliano non nasconde una spesa da centinaia di migliaia di euro, che tuttavia è stata premiata con un finanziamento di ben due milioni che ha permesso al Prisma Lab dell’Università Federico II di Napoli di reclutare borsisti di dottorato da università di ogni parte del mondo. Una bell’inversione di tendenza rispetto ai laureati italiani che vanno all’estero, che riempie di orgoglio il prof. Siciliano e l’università partenopea.
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