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Gelateria Clover: Intervista

Gelateria Clover. Dopo l’intervista a Fabrizia Ventura il blog di Ristomanager continua a  tingersi di rosa. Questa settimana a prendere la parola è infatti Ilaria Angellilo, 35enne gelataia di Milano. L’amore fra Ilaria e i coni gelato nasce per caso, quando la sua famiglia prende in gestione una gelateria, la futura gelateria Clover. Ed è allora che la vita di Ilaria si suddivide in un prima e un dopo.

Gelateria Clover

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Nel prima c’erano una laurea in Scienze della Formazione e una lunga carriera da educatrice di comunità, nel “dopo” c’è Clover. E ci sono i coni gelato, le file di avventori, i bilanci contabili ed esistenziali tipici di chi ha un’attività. Bilanci positivi e negativi, che comunque non scoraggiano né Ilaria né il suo compagno, responsabile della parte contabile. Lei invece è la creativa, che amalgama e crea gusti nuovi, perché non si limita ai gusti preconfezionati. In una Milano di grattacieli e passanti frettolosi, in una Milano industriale, Ilaria crede nel gelato artigianale.

Gelateria Clover

E ora, a lei la parola.

Ciao Ilaria, dicci chi sei, quanti anni hai e dove vivi.

Ciao, sono Ilaria, ho 35 anni e vivo da sempre a Milano.

Cosa facevi prima di diventare una gelataia?

Gelateria Clover

Sono laureata in Scienze dell’educazione, e ho lavorato come educatrice per più di dieci anni in vari contesti, tra cui carcere, centri diurni e residenziali per disabili, comunità minori.

Cosa ti ha spinto ad aprire una gelateria?

Gelateria Clover

La proposta mi è stata fatta dalla mia famiglia, che ha avuto la possibilità di acquisire una gelateria avviata, ed ho accettato subito con entusiasmo. Ho sempre amato l’idea di lavorare nel campo dell’alimentazione.

Sei entusiasta di aver intrapreso quest’avventura o torneresti indietro? Quali sono gli aspetti positivi e quelli negativi della tua attività?

Gelateria Clover

La questione è un po’ ambivalente: per alcuni versi mi piace molto, ma le difficoltà sono elevatissime, e talvolta quasi vorrei tornare indietro…ma gli aspetti positivi sono molti, e a conti fatti non cambierei più il mio attuale lavoro col precedente.

Tra i lati positivi di questa attività c’è la possibilità di essere creativi, di inventare prodotti, gusti, ricette, formule. Creare qualcosa che faccia sorridere i clienti e che migliori la loro giornata, anche solo per cinque minuti, è una sensazione bellissima. Così come sentire commenti come “aspettavo con ansia di venire a prendere il vostro gelato”, o “vengo da Trezzano apposta per prendere il gelato da voi” fa sparire in un secondo la stanchezza di un’intera giornata.

Come lato negativo, soprattutto quando si è proprietari dell’attività, c’è la costante preoccupazione di far quadrare i bilanci, la rinuncia a serate fuori, weekend, vacanze, e il problema che c’è un’enorme differenza di lavoro tra l’inverno e l’estate, che crea problemi sia nella gestione del personale che nella scelta dei prodotti da mettere in banco (e ricordiamo che se anche in inverno i clienti diminuiscono, l’affitto del locale e gli stipendi del personale rimangono invariati…)

Una tua personale considerazione su chi apre gelateria o in generale attività di ristorazione in Italia

Gelateria Clover

Sugli altri tipi di attività di ristorazione non saprei, per quanto riguarda la gelateria vedo che molte persone si affidano a franchising “chiavi in mano” che propongono prodotti semi-industriali prospettando un lavoro facile e redditizio.

Così troviamo in giro centinaia di gelaterie che offrono gelati dal sapore standardizzato, tanto che ormai molte persone sono convinte che le gelaterie offrano sempre prodotti “preconfezionati” in bustina.
D’altro canto, soprattutto tra i giovani imprenditori, vedo molte persone che studiano e aprono gelaterie che usano prodotti e ricette di qualità, che stanno riportando il gelato artigianale a livelli qualitativi molto alti.

C’è anche da dire che aprire attività in Italia è anche una scelta coraggiosa: tasse, costi di gestione e burocrazia rendono davvero difficoltoso gestire una piccola attività, che non può assolutamente essere paragonata ad una grande azienda.

Cosa consiglieresti a chi vuole aprire una gelateria?

Gelateria Clover

Come prima cosa, fare corsi di gelateria non sponsorizzati da ditte che vendono semilavorati. Cercare scuole serie, che spieghino i fondamenti della gelateria, come bilanciare le miscele, come creare da zero le proprie ricette. Inoltre, studiare davvero bene la zona e fare un business plan accurato. Il mercato è ormai saturo, e per non fallire è necessario differenziare la propria offerta tarandola in base al target del territorio.

E prepararsi a una vita piena di sacrifici, il lavoro di gelatiere è davvero faticoso sotto tutti i punti di vista, sia fisico che mentale. Ci sono state giornate in cui ho lavorato 17 ore di fila, sollevando in continuazione secchi e vaschette da 10-12 chili e passando continuamente dal laboratorio al bancone, ma sono da mettere in conto, soprattutto in caso di assenza improvvisa di qualche membro dello staff: la gelateria ha degli orari da rispettare, e spetta al titolare coprire i turni scoperti, finchè è possibile.

Ringrazi qualcuno in particolare per i traguardi raggiunti nella tua carriera?

Gelateria Clover

Beh, non posso ancora dire di avere raggiunto traguardi di particolare rilevanza, ma sicuramente devo ringraziare la mia famiglia, che mi ha permesso di avviare l’attività credendo nelle mie capacità (senza un investimento iniziale, in Italia, è difficilissimo aprire una propria attività), l’insegnante del corso di gelateria, Alice Pagani, che insegna ai suoi allievi con grande professionalità le basi della gelateria, e il mio compagno, che si occupa delle questioni burocratico-amministrative del negozio e mi sostiene nei momenti di sconforto, facendomi sempre ri-centrare sugli obiettivi futuri e non sui piccoli fallimenti o avversità che posso incontrare quotidianamente.

 

 

 

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